Salita autunnale all'Adula
Versione light, ma non troppo, della salita dello scorso anno dal Lago Maggiore alla cima dell'Adula. Quest'anno senza la bici e con meno dislivello, ma con più neve.
di Lorenzo Clementi |
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La salita autunnale all'Adula sta diventando ormai una classica e così anche quest'anno, partito dalla Val Soi alle 7:30, eccomi salire assieme al Matte verso le capanne Adula CAS e UTOE, ammirando le tinte tipiche di questa stagione (come alcuni giorni fa al Piz Medel) e lo spettacolo offerto dal mare di nebbia.
«È la più alta tra le montagne del Ticino (che sono centinaia) e questo le procura il fascino irresistibile dei pulpiti per eccellenza. È anche la più bella del reame? Bella lo è senz'altro, con la sua linea gentile e il perenne vestito bianco a nord; e inoltre è maestosa, vasta, distinta eccezionalmente panoramica, ardita.»
Giuseppe Brenna Guida delle Alpi Ticinesi 3
Procediamo rapidamente fin sopra il Passo del Laghetto; a quota 2900m circa il terreno inizia ad essere innevato. Superate le rocce scalinate di un breve camino che costituisce il pezzo più tecnico della Via Val Malvaglia, si giunge sul pianoro a quota 3200m.
Le condizioni sono ottime: la temperatura, nettamente sopra la media per il mese di ottobre, è gradevole e non c'è vento. La neve già caduta si è trasformata e rigelata chiudendo così i crepacci, ciò che facilita l'avanzamento sul ghiacciaio.
Dal pianoro osserviamo il ghiacciaio e la cima dell'Adula: per dirla con il Brenna, bella lo è senz'altro. Si risale un pendio di neve che permette di accedere alla cresta sud, seguendone il filo si arriva poi in breve alla cima, che raggiungiamo a mezzogiorno in punto.
Viste le buone condizioni del ghiacciaio decidiamo di scendere dalla via normale, per poi ripassare dalle due capanne, prima di immergerci di nuovo nel bosco della Val Soi.
L'anno scorso nel mese di settembre, sempre assieme al Matte, ero salito all'Adula in giornata partendo dal Lago Maggiore, congiungendo così il punto più basso a quello più alto del nostro cantone: qui il resoconto di quella gita.
Qui, invece, l'articolo sull'uscita invernale verso il Grauhorn, di cui non abbiamo però raggiunto la cima.