Da Bosco Gurin alla Val Bedretto, via Basodino
Cielo limpido, pendii immacolati di neve polverosa e ambiente selvaggio: sembra quasi un miraggio, ma il male alle gambe mi conferma che è tutto vero!
di Lorenzo Clementi |
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Forse il miglior week-end sciistico di questa stagione invernale? Lo saprò solo tra qualche settimana, alla fine della stagione, ma i requisiti per ambire al podio c'erano tutti: condizioni meteo e neve straordinarie, una traversata da sogno e un bel gruppo affiatato.
Da Bosco Gurin al Piano delle Creste
Partiti sabato mattina da Bosco Gurin, saliamo dapprima alla Bocchetta di Formazzöö per poi scendere fino al Corte di Mezzo, in Val Calnegia. Rimesse le pelli, risaliamo verso i Laghi della Crosa che superiamo per raggiungere l'omonima bocchetta dalla quale si scende a piedi per immettersi in Val d'Antabia e raggiungere la capanna Piano delle Creste.
Cima del Basodino, 3272 m. Cielo azzurro, montagne innevate e assenza di vento: trovare condizioni di questo tipo in montagna non capita spesso.
Sacco pesante e 2000 metri di dislivello si fanno sentire, quando raggiungo la capanna Piano delle Creste sono felice di poter riposare. La cena è ottima e abbondante, meno abbondante è invece la temperatura nella stanza del locale invernale che non vuole saperne di salire sopra lo zero, ma sono così stanco che non ho problemi a dormire.
Dal Piano delle Creste alla Val Bedretto
Il secondo giorno risaliamo le Ganne d'Antabia fino al canale che porta al punto 3013 m sul ghiacciaio del Basodino: le condizioni sono buone e il canale si risale facilmente con gli sci sul sacco, senza dover mettere i ramponi.
Dopo un giorno e mezzo di solitudine e panorami selvaggi, ci ritroviamo improvvisamente in mezzo alla folla di sci alpinisti diretti al Basodino. Saliamo anche noi alla vetta e poi giù per una memorabile discesa sul ghiacciaio ricoperto da un cospicuo strato di neve polverosa. Inebriante.
Un ultimo sforzo: si deve ripellare ancora due volte, prima per raggiungere la Bocchetta di Valle Maggia e poi per risalire alcuni metri fino al Passo San Giacomo. Giunti ad All'Acqua ci concediamo una birra e ripensiamo alle epiche discese in neve polverosa del week-end appena trascorso: sembra un miraggio, ma il male alle gambe mi ricorda che è tutto vero!