Redrisc, 1530 m
Salita all'alba da Mergoscia all'alpe abbandonato di Redrisc.
by Lorenzo Clementi |
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Un altro lunedì mattina, esattamente a una settimana di distanza dall'uscita a Bardüghè, sono di nuovo in piedi prima dell'alba. Durante la breve salita in scooter verso Mergoscia mi passano per la mente i soliti pensieri «sarà una buona idea? chi me l'ha fatto fare?». Provo la medesima sensazione di quella volta in Grecia al Mt Vrachionas.
Mergoscia, posteggio. Sono infreddolito e mi muovo come un automa, per fortuna una volta tanto il sacco è organizzato bene e in pochi minuti sono pronto a partire. La pila frontale illumina pochi metri attorno ai piedi, per il resto è buio pesto, solo i rumori del bosco mi tengono compagnia. Poco dopo Lissoi mi fermo di colpo: due occhi come lampadine mi osservano a poca distanza. Restiamo immobili qualche secondo, poi l'animale si allontana senza rumori. Cosa sarà stato?
Dopo aver attraversato l'affascinante nucleo di Porchesio, arrivo a Redrisc, la meta di oggi. Si tratta di un vecchio alpeggio dismesso negli anni venti del 1900, come si può leggere sul 34esimo tomo del Repertorio toponomastico ticinese dedicato a Mergoscia. È straordinario come due delle tre cascine originali siano ancora in ottimo stato, malgrado un secolo di abbandono. La terza è diroccata a seguito dell'incendio dovuto a un fulmine, un evento che provocò anche la morte di una donna, 5 mucche e 12 capre e che decretò di fatto la fine del carico di questo alpe, già condizionato dalla mancanza di una sorgente nelle vicinanze. Capre, anche qui, un'altra analogia con quel giorno al Mt Vrachionas.
Il cielo è coperto e l'umidità alta: basta una breve pausa per raffreddarsi, meglio non trattenersi a lungo. In discesa i pensieri vanno più veloci delle gambe, mi dico che le cascine di Redrisc, ristrutturate, sarebbero magnifiche per una capanna in montagna. E da Porchesio persino il Lago di Vogorno appare simile al mare della baia di Porto Vromi.