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#cycling

Giro della Val Cannobina

Il vento da nord ha contribuito a mantenere il cielo sgombro da nuvole e la notte è stata fresca. Pedalando lungo il Lago Maggiore il primo sole sorge alle mie spalle, ma quando giungo a Cannobio sono un po' infreddolito. Mi pare un ottimo pretesto per concedermi una pausa caffè. I venditori ambulanti stanno allestendo le bancarelle per il mercato della domenica e, malgrado non siano ancora le 8:30, c'è già un gran via vai di turisti. Mi accomodo sulla terrazza di un bar a uno dei pochi tavolini al sole ancora liberi. Una quindicina di minuti più tardi arriva un ambulante ritardatario a bordo di un furgone bianco. Avanzando a fatica, crea scompiglio tra la massa di turisti e fa imbestialire i commercianti già installati e indaffarati a servire i clienti. Dopo innumerevoli manovre il furgone riesce infine a intrufolarsi nell'esiguo spazio di fronte a me, lasciandomi all'ombra. È inequivocabilmente arrivato il momento di rimettersi in sella.

Val Canobbina

La Val Canobbina in bicicletta: pochissimo traffico e un paesaggio di una bellezza semplice e autentica.

Inforco la bici e mi inoltro lentamente nella Val Cannobina, valle di cui ho sentito spesso parlare ma che non avevo mai percorso. Che magnifica scoperta! La strada è in ottimo stato e molto piacevole da pedalare. Dolci salite si alternano a pezzi pianeggianti e qualche breve discesa. Le automobili sono praticamente assenti, incontro invece qualche sporadico ciclista, come l'anziano dai capelli argentei che supero in salita e che ricambia il mio saluto con un sorriso sincero e parole d'incoraggiamento per lo strappo che si prospetta di fronte a noi.

Strada della Val Cannobina

Non lasciatevi trarre in inganno dal cartello, la strada è in ottimo stato.

Dalla strada ombreggiata sul fondovalle osservo i villaggi al sole, su in alto, sopra la mia testa. Al bivio per Gurro esito nel fare una puntatina da quella parte, ma scelgo di proseguire per la mia strada, ripromettendomi di tornare un'altra volta. Poco prima di Finero si attraversano due tunnel bui come una notte senza luna, benché il cartello li qualifichi con un semplice «scarsamente illuminati». Per fortuna ho con me le luci della bici e a metà tunnel mi si accoda un altro ciclista che cercava di orientarsi nella completa oscurità grazie alla luce fioca dello schermo del cellulare.

Il punto culminante della salita è il Passo dello Scopello a 965 m, da qui per una breve e divertente discesa si giunge in Val Vigezzo. Passando da Rè faccio rientro in Svizzera e poi, attraverso le Centovalli, torno a casa in tempo per il pranzo, non prima di essermi goduto una birretta fresca disteso sull'amaca in giardino, questa volta senza alcun ostacolo tra me e un piacevole sole caldo.

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La chiesa di Sant'Anna. Biopausa. Il villaggio di Finero in cima alla valle, esposto a sud. Né schiavi né padroni. Passo dello Scopello. Villette in Val Vigezzo. Santuario della Madonna di Rè. Diga di Palagnedra.

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