Capanna Pairolo, 1347 m
Ultimo week-end di luglio ricco di emozioni, tra calcio e montagna.
di Lorenzo Clementi |
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«C'eravamo anche noi ieri sera!» Diverse persone ci salutano così quando notano la mia maglietta o il cappellino di mia figlia. Quest'ultimo, di un viola acceso, l'abbiamo acquistato la sera precedente in occasione del debutto stagionale del Lugano calcio nello stadio di Cornaredo adattato temporaneamente in attesa della realizzazione dell'impianto definitivo. Un debutto elettrizzante, coronato da una bella vittoria davanti a un pubblico numeroso, assiepato sulle nuove tribune all'inglese.
Dopo una notte a Cagiallo e una domenica mattina a ritmo lento, nel primo pomeriggio ci avviamo a piedi da Cimadera verso la Capanna Pairolo, dove ci fermeremo a dormire. Per mia figlia è il primo pernottamento in capanna e ne ho dunque scelta una che offre il comfort di una stanza doppia. La salita, breve ma a tratti piuttosto ripida, va via senza problemi, spezzata da numerose pause per mangiare, giocare, raccogliere sassi e legnetti e, naturalmente, cercare di scovare le tracce del lupo.
Una volta a destinazione ci rifocilliamo con due fette di torta e un fresco sciroppo di sambuco; poi ci divertiamo ad arrampicare, un po' sulle brevi vie artificiali allestite all'esterno della capanna e un po' sui grandi sassi calcarei tipici della zona dei Denti della Vecchia. La cena – insalata mista, pasta e dessert – è particolarmente gradita a mia figlia che dopo aver spazzato una porzione da adulti, ha ancora energia da vendere. Saliamo dunque lungo il sentiero in direzione dei Denti e andiamo al Passo del Pairolo, poi inizia a fare scuro.
Prima di coricarci, mentre assistiamo a uno spettacolare tramonto, indico a mia figlia il nome di alcune montagne. «Quando sarò più grande, voglio scalare il Monte Rosa!», esclama quando le mostro un'elegante sagoma grigia che si confonde tra le nuvole, proprio di fronte a noi.
Cosa farà da grande, lo deciderà crescendo e se tra i suoi obiettivi ci sarà davvero la salita al Monte Rosa, si vedrà col tempo. Sia come sia, vado a letto profondamente felice e sereno per aver condiviso con mia figlia due attività che mi hanno regalato emozioni e gioia sin da quando ero ragazzo: il Lugano calcio e la montagna.