Val Calnegia
In Val Calnegia pareti di roccia, massi erratici e cascine in pietra sono in perfetta simbiosi.
di Lorenzo Clementi |
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Foroglio, ore 6:48. Attraverso gli stretti vicoli lastricati di sassi in direzione del sentiero per la Val Calnegia, quando una porta si schiude, lasciando filtrare un po' di luce fin sul sagrato della piccola chiesa. Aspetto qualche secondo, incuriosito, ma sulla soglia non si presenta nessuno. Imbocco dunque il comodo sentiero nel bosco e, poco dopo, vengo superato da un pescatore: sarà lui il misterioso abitante della cascina?
Settembre e ottobre sul lavoro sono sempre mesi impegnativi, soprattutto per i molti viaggi che si concentrano in poche settimane: nemmeno quest'anno fa eccezione. Per rigenerarmi, mi piace trascorrere del tempo nella natura e dunque eccomi qui, salendo a piedi di buon mattino questa valle laterale della Bavona.
Giunto a Puntid mi fermo a scattare qualche foto al caratteristico ponte in pietra, per poi proseguire lungo il sentiero quasi pianeggiante in direzione ovest.
Mi fermo spesso ad ammirare la natura di questa valle forgiata dai ghiacciai, che presenta su entrambi i lati imponenti pareti rocciose, boschi e cascate. Il fondovalle è percorso da un fiume dall'acqua color turchese il cui alveo è ancora naturale, senza interventi di correzione o di canalizzazione.
Non solo le opere della natura sono da ammirare, anche quelle dell'uomo meritano una menzione. Già detto del ponte all'imbocco della valle, le cascine dei nuclei di Gerra e Calnegia sono un tutt'uno con il paesaggio circostante. Costruite secondo la classica struttura in pietra e con il tetto in piode, sono testimoni di fatiche d'altri tempi.
Giunto in fondo alla valle, dove comincia la salita vera e propria, mi imbatto in una mandria di manzette, accompagnate da due tori. Uno, grande e grosso, nero come la pece, pascola lontano dal sentiero. Un altro, la versione in scala ridotta del primo ma con il septum al naso, si trova in mezzo al sentiero. Vedendomi arrivare, si avvia verso di me a testa bassa, sbuffando infastidito. In un attimo sono dall'altra parte del fiume. Il cielo si è annuvolato e il torello mi ha dato un buon pretesto per fare marcia indietro. Mi avvio a passo spedito verso Foroglio e rientro a casa in tempo per fare colazione in famiglia, a metà mattina.