Val Ruinò
Escursione in Val Ruinò: malgrado il freddo pungente, giornata piacevole e gran bella sciata, su pendii in condizioni ideali.
di Lorenzo Clementi |
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La salita al Pizzo Madone dalla Val Ruinò si può riassumere così: partenza dal bosco tra i villaggi di Fontana e Ossasco e salita fino all'Alpe di Ruinò, da dove si risale la valle per il suo ramo occidentale, su ampi pendii, vieppiù ripidi. A 2350 m circa si imbocca una strettoia a forma di imbuto, superata la quale il terreno spiana di nuovo. Qui si depositano gli sci e si sale a piedi per l'evidente canalone, una volta usciti si raggiunge in breve la cima.
Già al momento di partire dalla macchina, con il Matte, ci rendiamo conto che la temperatura è bassa e il freddo pungente. Man mano che si sale ci scaldiamo, ma allo stesso tempo si alza il vento da nord, che in questa valletta non è particolarmente forte ma aumenta notevolmente la sensazione di freddo.
Giunti a quota 2200 m, ci fermiamo per una pausa e valutiamo il da farsi. Cosciente dei miei limiti quando il terreno inizia a farsi più tecnico, sono poco propenso a salire in vetta, ben sapendo che il superamento del canale, con questo freddo, potrebbe costarmi non poche energie. Un'alternativa si presenta a pochi metri da noi, sotto forma di un ampio canalone che porta sulla cresta N del Campanile.
Il Matte risale il canalone per godersi una prima parte di discesa leggermente più ripida, mentre io proseguo ancora un po' in direzione dell'imbuto che porta verso il Madone. I pendii della Valle di Ruinò offrono un'ottima discesa fino all'imbocco del bosco, dove tentiamo senza successo di rimettere le pelli per un'ulteriore salita. Niente da fare, è troppo freddo e non attaccano. Anche la macchina fotografica mi ha lasciato a piedi dopo pochi scatti, pure lei "vittima" delle basse temperature. Per oggi basta così, ritorniamo ad Airolo dove ci scaldiamo di fronte ad una generosa porzione di patate fritte... per la cima, tornerò un'altra volta.