Cimetta
Le nuvole portate dal vento e il sorgere del sole danno un tocco fotogenico a un'altrimenti modesta uscita con gli sci.
di Lorenzo Clementi |
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Domenica pomeriggio uggiosa, in montagna nevica leggermente. Per il successivo lunedì è però previsto soleggiamento pieno, grazie all'arrivo del föhn. Seduto sul divano pregusto una salita a Cimetta all'alba, nella speranza che il vento non sia ancora troppo forte. I sogni di gloria vengono però fermati sul nascere dal messaggio del mio collega previsore: «Se non vuoi avere il vento, devi partire adesso!»
Nella recondita speranza che la previsione sia leggermente incorretta e che il vento arrivi un po' più tardi, il lunedì esco lo stesso di buon'ora. Appena sceso dall'auto, a Brè, ho però la conferma di quanto temevo, la previsione è corretta e il vento soffia vigoroso tra gli alberi, accompagnato dal classico frastuono dei rami che si muovono e sbattono tra loro.
Ormai sono qui e mi avvio verso Cardada. Fortunatamente, il bosco offre un po' di riparo e la salita va via liscia, proseguo poi sotto la teleferica fino a sbucare sul pianoro a quota 1480 m, dove mi fermo a scattare qualche foto.
Da qui in poi l'innevamento è più consistente e anche il sole fa la sua apparizione da dietro il Camoghè. Giunto sulla piattaforma di Cimetta tolgo cautamente le pelli, cercando di evitare che volino via, e inizio la discesa senza attardarmi troppo. La neve trasportata dal vento, anche se poca, costituisce un piccolo strato molto piacevole da sciare. Nel bosco affiorano alcuni sassi e l'ultimo pezzo richiede cautela, ma all'arrivo a Brè constato che gli sci sono (quasi) indenni. Alle 9 sono in ufficio dove, prima di cominciare a lavorare, mi concedo una lauta colazione.