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#montagna

Perché sono contrario al ParcAdula

Nel dibattito riguardo la votazione del 27 novembre sul ParcAdula i contrari vengono spesso accusati di non avere nessun argomento valido. Di seguito i motivi per cui sono contrario al progetto di parco nazionale.

Restrizioni in “zona nucleo”

Per molti le restrizioni in zona nucleo sono di poco conto e non ostacolano nessuna attività. Se questo è vero per alcune persone che la zona nucleo non la frequentano, non lo è sicuramente per escursionisti, alpinisti e sportivi di vario genere che invece in questa zona si muovono sia in estate che in inverno. Le limitazioni esistono eccome e non sono trascurabili: divieto di lasciare sentieri e percorsi prestabiliti, possibilità di sostare solo in zone precise (le “aree di sosta”, come in autostrada!), divieto per i cani (anche al guinzaglio!), divieto di decollo e sorvolo con parapendii e alianti, eccetera. Il tutto sorvegliato dai rangers del parco.

Adula vietata

La seguente citazione esprime bene quello che intendo con approccio rispettoso alla montagna: "Bandiere sulle montagne non ne porto: sulle cime io non lascio mai niente, se non, per brevissimo tempo, le mie orme che il vento ben presto cancella." [Reinhold Messner]

Incoerenze e assurdità

Le restrizioni introdotte in zona nucleo vengono motivate con la necessità di proteggere la natura che però, proprio in zona nucleo, è già oggi ben protetta. Le incoerenze sono molte: il decollo in parapendio è vietato, ma è possibile rifornire le capanne con voli in elicottero. L’escursionista non può lasciare il sentiero per non disturbare gli animali selvatici, ma nella piazza di tiro di Hinterrein l’esercito può continuare ad esercitarsi con i carri armati, il cui rumore – evidentemente – non spaventa gli animali. Lo sci-alpinista deve seguire itinerari prestabiliti, ma le gare di motoslitte al Lucomagno continueranno ad essere tollerate in quanto fuori dalla zona nucleo.

In nome della natura o dei soldi?

Quelli appena elencati sono alcuni esempi che fanno sorgere spontanea una domanda: l’obiettivo del parco è davvero la protezione della natura, oppure si vuole solo attingere ai soldi promessi da Berna? A mio parere, se davvero si volesse proteggere la natura si dovrebbe intervenire sulla zona periferica del parco, lì dove si concentrano le attività ed esistono conflitti tra uomo e natura. Misure incisive in zona periferica sarebbero però difficilmente accettate dagli abitanti, mentre l’intervento in zona nucleo infierisce su gruppi di interesse più piccoli e deboli (alpinisti, sportivi di vario genere, alpigiani). Paradossalmente, le persone toccate dal nuovo regolamento sarebbero coloro che la natura più la conoscono e la rispettano.

Ma di quanti soldi stiamo parlando?

Berna promette 5 milioni di franchi all’anno in caso di approvazione del parco. Sembra un bel po’ di denaro, ma forse l’apparenza inganna. Nella Charta si legge che ParcAdula dovrebbe avere 18 dipendenti. Stimando costi di 100 mila franchi all’anno per ogni dipendente si arriva a 1,8 milioni, ne resterebbero dunque 3,2 da dividere tra i 17 comuni del parco, ovvero meno di 200 mila franchi all’anno per comune. Certo, una cifra non trascurabile, ma nemmeno una quantità di denaro che possa cambiare definitivamente le sorti di una valle.

Più turismo o maggiore protezione della natura?

L’argomento principale dei favorevoli al parco è che questo permetterebbe di portare più turisti in valle. Si tratterebbe sicuramente di una boccata d’ossigeno per l’economia locale, ma anche necessariamente di una maggiore pressione sulla natura (es. maggior traffico), cosa decisamente in contrasto con l’obiettivo di tutela della stessa. Gli esempi in questo senso in Svizzera non mancano, basta andare a vedere come si trasformano i sentieri di montagna nelle zone più battute dei Grigioni o del Vallese: si tratta praticamente di strade sterrate a due corsie!

Ma sei davvero contro il parco?

No, non lo sono. O meglio, sono contrario all’istituzione del ParcAdula nella forma proposta. Sono invece convinto che l’idea di istituire un parco sia il modo giusto per aiutare economicamente la magnifica regione di montagna attorno all’Adula; considero però paradossale e sbagliata l’introduzione di limitazioni importanti nella zona nucleo.

Alpinisti e amanti della natura che frequentano la montagna per davvero, in estate ed in inverno, lo fanno (anche) attirati dal senso di libertà che la natura può offrire. Libertà che deve andare di pari passo con il rispetto per la natura stessa, il quale deve però a mio parere essere trasmesso con un’adeguata educazione e non imposto con nuovi vincoli.

Vedi anche: ParcAdula e libero accesso alla montagna.

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Cinzia        [giovedì 20 ottobre 2016, 13:03]


Bravo Lorenzo, concordo in pieno con quanto scrive. Riassume il mio pensiero e sinceramente faccio fatica a comprendere come si possa essere favorevoli. Chi ama la natura lo fa già senza leggi e restrizioni. E credere che un logo porti nelle valli più turismo è pura illusione. Speriamo in bene, quindi, speriamo nel NO !

Ivano        [giovedì 20 ottobre 2016, 20:59]


Bell'articolo e scritto molto bene.
Io amante della montagna e fotografo di fauna alpina e frequentatore delle zone interessate al futuro Parc Adula, non vedo per nessun motivo giusto imporre altre nuove restrizioni alle nostre passioni !
Abbiamo gia pochi posti cosi nel nostro cantone, uno che frequenta la montagna come me e altri cosi siamo piu rispettosi noi degli animali di che fa le leggi, che molto probabilmente in montagna non ci va mai ! quindi se vogliamo ancora poter frequentare indisturbati e rispettosi della natura che ci circonda NO al parco!

Scippo        [sabato 22 ottobre 2016, 22:10]


Bellissima presa di posizione con un articolo fluido e molto ben strutturato. Il sottoscritto é proprietario di un rustico nella zona nucleo e non posso nascondere le preoccupazioni sull' eventuale avvenire del PA. Per conto mio l' alta valle é giá un parco così. A riguardo il resto della valle dobbiamo renderla attrattiva con altri progetti ben più redditizi e sopratutto senza veti a nessuno!

Giampi        [giovedì 27 ottobre 2016, 16:58]


Bel commento; sarebbe un delitto lasciare in mano ai nuovi Landfogti i nostri paesaggi da sogno!

Luca        [giovedì 3 novembre 2016, 02:02]


Si capisce che non vivi in uno dei comuni del Parco e che non hai seguito la costruzione della Charta Parc Adula. Sei incoerente, vuoi un parco ma non quello fatto tra chi dà il marchio e chi ci abita.
Vuoi imporci tu la tua idea di parco?

Lorenzo        [giovedì 3 novembre 2016, 07:29]


Luca
il tuo commento è insignificante: o non hai letto l'articolo, o non l'hai capito. Peccato, ho cercato di essere il più chiaro possibile.
Che non abito in uno dei comuni del parco l'ho scritto esplicitamente. Che io voglia imporre la mia idea di parco, invece, non so dove tu l'abbia letto.

Luca        [sabato 5 novembre 2016, 02:37]


Ti cito: "considero però paradossale e sbagliata l’introduzione di limitazioni importanti nella zona nucleo." Il parco deve avere una zona nucleo e se non avesse le limitazioni date non si chiamerebbe parco. I promotori del progetto hanno chiesto di avere meno limitazioni possibili.

Lorenzo        [sabato 5 novembre 2016, 08:50]


Le limitazioni non sono una legge della fisica, nessuno ci obbliga ad accettarle se non le riteniamo corrette. Penso avrebbe più senso intervenire in zona periferica, dove la natura è sotto pressione.
Esistono altri modelli di parco: per esempio il Denali in Alaska, un parco senza sentieri in cui l'escursionista è invitato a non lasciare tracce dietro di se. È uno spunto di riflessione che ho segnalato in passato al gruppo di lavoro ParcAdula.
Come detto, non sono contrario a un parco, ma al parco in questa forma.

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