Pizzo d'Orgnana, 2166 m
Scorpacciata di cime lungo la Via alta della Valle Maggia, ma il fascino della Capanna Nimi supera senz'altro quello delle vette visitate oggi.
di Lorenzo Clementi |
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Mancano un mese e tre giorni al Scenictrail ed è il momento di fare qualche allenamento lungo per poi diminuire il ritmo e non arrivare alla gara distrutto in partenza (...tanto lo sarò già all'arrivo). La meteo oggi era più che propizia, diciamo pure perfetta. Partenza in bus da casa con arrivo a Maggia alle 8:30. Da qui parte la salita ripida che porta ai monti di Aiarlo, dove il sentiero spiana dandomi così la possibilità di cominciare a correre un po', fino all'Alpe Nimi, dove sono accolto dalle capre che in un attimo mi lavano dalla testa ai piedi, sacco compreso, leccando tutto il sale che ho addosso.
La Capanna Nimi è un autentico gioiello di montagna, una capanna "a la végia", accogliente, vissuta, piena di oggetti e foto interessanti. Il comfort non è sicuramente quello di una capanna moderna, ma il fascino di questi luoghi è insuperabile (alcune foto sotto).
Dopo una pausa in capanna, riparto in direzione del Passo Nimi da dove proseguo verso sud fino alla prima cima di oggi, ovvero la Cima (di nome e di fatto, 2100 m). Seguendo poi la cresta, in brevi tratti ancora innevata, raggiungo le altre cime che portano al Madone: il Mött di Pègor (2169 m), il Pizzo d'Orgnana (2166 m), il Pizzo di Corbella (2066 m) e, appunto, il Madone (2051 m).
A voler essere fiscali, prima di rientrare al piano ci sarebbe ancora il Trosa da salire, ma il tempo stringe (oggi è la festa della mamma e la mamma aspetta!), quindi opto per la discesa diretta via Bassa di Bietri e Val Resa.
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