Mt Ailias, 494 m
A nove anni di distanza dalla salita al Mt Vrachionas, punto culminante dell'isola di Zante, rieccomi su un'isola greca del mar Ionio. La vetta più alta di Cefalonia è però oltre il doppio rispetto a quella di Zante...
par Lorenzo Clementi |
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La mattina del 20 agosto 2014 giungo sulla cima del Mt Vrachionas, dopo una corsa iniziata un'ora e 40 minuti prima al bordo del mare. Mentre si alza il sole e il caldo inizia a farsi opprimente, osservo in lontananza la sagoma grigia di un'imponente montagna. All'hotel scopro che si tratta del Monte Ainos, 1627 metri sul livello del mare e punto culminante della vicina Cefalonia. Mi chiedo se avrò mai occasione di ripetere la medesima salita, dal mare alla sommità, anche su quell'isola.
Luglio 2023, siamo in vacanza a Cefalonia con la famiglia, che nel frattempo si è allargata. Nei giorni precedenti la partenza studio le cartine geografiche per valutare la salita al Monte Ainos: da qualsiasi parte la si guardi, risulta impresa ardua. Per il dislivello, certamente, che è oltre il doppio di quello del Mt Vrachionas, ciò che comporta anche una maggiore distanza da coprire. La forma fisica, inoltre, non è più quella di allora. Un'ipotesi consiste nel percorrere una parte del tragitto in bicicletta, ma in questo caso la logistica diventa più complessa, il che richiederebbe tempo che verrebbe sottratto alla famiglia. Accantono l'idea, ma parto incuriosito dalla collina dietro il villaggio di Skala, dove alloggeremo. Sulle cartine geografiche è ben riconoscibile un dosso che raggiunge circa i 500 m di quota. Non sono segnalati sentieri e dalle immagini satellitari non è facile capire quanta vegetazione lo ricopra.
Una volta sul posto, constato che effettivamente la collina esiste e ha una bella forma allungata, con una lunga e ampia dorsale perfettamente orientata da nord a sud e due fianchi più ripidi (est e ovest). Dopo alcune corsette esplorative, mi decido a tentare la salita da nord. Parto di buon mattino dal villaggio di Skala con la pila frontale, ma ben presto la prima luce rischiara la notte. Alcune nuvole rendono molto scenografico il momento dell'alba e la temperatura, ancora fresca, facilita la salita. Giunto a circa 270 m di quota supero una breve sassaia dove la strada sterrata è franata a valle. Da qui procedo seguendo i sentieri delle capre fin sull'ampia dorsale che seguo in direzione sud per raggiungere l'anticima e poi la cima principale, costituita da un sassone su cui è posto un cilindro di cemento. Non sarà il punto culminante dell'intera isola, ma assistere al sorgere del sole da quassù è comunque un momento speciale per il quale sono grato.
In discesa faccio la scelta sbagliata: lasciandomi attrarre dalla strada carrozzabile poco distante, decido di scendere nel versante ovest. Qui sono ben visibili i resti di un incendio che ha bruciato gli alberi ad alto fusto, permettendo a cespugli e rovi di crescere rigogliosi. Dall'alto sembra tuttavia sia possibile passare e - ad ogni modo - il tratto con vegetazione non è più lungo che 200 o 300 metri. Già nel primo pezzo di discesa incespico diverse volte, il terreno friabile è composto da terra e ghiaione. Giunto nei pressi dei primi cespugli valuto l'opzione di ritornare sui miei passi, idea che malauguratamente scelgo di scartare. Mi inoltro dunque tra cespugli e rovi, che sono alti più o meno come una persona. Resto più volte incastrato nelle spine e con un ramo mi faccio strada tra le ragnatele su cui sono in agguato ragni dalla dimensione di una moneta da due euro. Quando ho proceduto abbastanza da rendere assolutamente illogica l'ipotesi di fare marcia indietro, mi imbatto in una recinzione di filo spinato ricoperta di rovi (e dunque invisibile dalla vetta). La seguo in tutte le direzioni fin che trovo un punto in cui riesco a superarla, strappandomi pantalonicini, maglietta e procurandomi alcune piccole escoriazioni.
Sono finalmente sulla strada asfaltata, da qui non mi resta che la discesa fino alla spiaggia, dove un bagno nell'acqua salata disinfetta i graffi su gambe e braccia. Soddisfatto della mia piccola impresa, mi informo nei bar del paese per sapere se qualcuno conosce il nome della collina. Nessuno però mi sa aiutare, nella maggior parte dei casi il personale viene da fuori e non conosce la zona. In un negozietto di souvenir scovo tuttavia una cartina impolverata che, ai tempi degli smartphones, deve aver ben poco mercato. La compro e sono felice di trovare un nome e una quota per la "mia" montagnetta: Αηλιάς (Ailias) 494 m. Una volta a casa, inserisco l'informazione anche sulle cartine collaborative di OpenStreetMap.
philo [mardi 18 juillet 2023, 09:24]
Bella ravanata! Almeno ti sei guadagnato il rosolare sulla spiaggia ;-)
clem [mardi 18 juillet 2023, 21:53]
Ciao Philo, grazie del commento! Sì in effetti una ravanata notevole! Di ritorno all'hotel la gente in effetti mi guardava un po' strano :)