Galenstock, 3586 m
L'ultima della stagione ha un fascino particolare: in basso le temperature sono ormai estive e si fa il bagno nel lago, ma in alto resiste ancora un po' di neve. Nelle brevi notti di giugno, persino la partenza prima dell'alba contribuisce al fascino dello scialpinismo d'inizio estate.
di Lorenzo Clementi |
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Martedì dopo cena salgo dal Matte in Val Bedretto. Dopo aver brevemente valutato un paio di opzioni per il giorno successivo, alle 21:30 mi corico e mi addormento all'istante, agevolato dal soporifero rumore della pioggia sul davanzale della finestra. La sveglia suona in piena notte e per prima cosa diamo un'occhiata di fuori: ha smesso di piovere, ma il cielo è ancora coperto. In dentro dovrebbe essere meglio: è deciso, si va al Furka.
Giunti all'Hotel Belvedere la luce è ormai sufficiente per camminare senza pila frontale. Superate le disordinate installazioni turistiche, in breve si giunge sul ghiacciaio. Siamo diretti al Galenstock e, per raggiungerlo, si deve dapprima risalire il Ghiacciaio del Rodano, che nella sua parte bassa è ormai privo di neve. Il primo pezzo di salita si fa dunque con gli sci sul sacco.
Attorno ai 2600 m di quota si gira a est per imboccare l'evidente valletta del Galengletscher. La neve qui è ancora presente e ben rigelata, ciò che facilita la salita e che può richiedere l'uso dei coltelli nei pezzi più ripidi. Per issarsi sulla Galensattel (3113 m) risulta più semplice togliere gli sci e procedere a piedi per qualche metro seguendo le impronte nella neve e un sentierino tra le rocce. Si arriva così sull'ampia cresta del Galengrat, ben innevata e in ottime condizioni. La stanchezza si fa sentire, cerco dunque di mantenere un ritmo tranquillo ma piuttosto costante, concedendomi brevi pause.
L'ambiente dell'alta montagna ancora innevata è grandioso, specialmente una volta guadagnata la vetta: verso nord, la vista spazia sulla parte alta del Ghiacciaio del Rodano e le vette del gruppo della Dammastock. Più in basso, invece, i cumuli iniziano ad addensarsi sui rilievi. Preferiamo dunque non attardarci troppo e scendiamo a valle su neve dura fino a 2700 m, quando di colpo la coltre bianca diventa bagnata e pesante. Di ritorno al Belvedere, il Furka ha assunto il suo classico aspetto estivo con un notevole traffico di auto, moto e biciclette che si superano a vicenda lungo i tornanti della strada del passo.
Francesca [sabato 17 giugno 2023, 10:25]
Bellissima escursione!
Ho apprezzato molto la dettagliata descrizione, che mi ha permesso di " vivere" un po' con voi la vostra uscita con gli sci.
Grazie.
clem [mercoledì 21 giugno 2023, 13:03]
Grazie mille, Francesca!