Cima della Valletta, 2130 m
Dopo l'affollatissimo slow up di ieri, una salita solitaria alla Cima della Valletta, in fondo alla Valle Morobbia, al confine con l'Italia. La neve è ancora abbondante ma le temperature estive impongono alcune precauzioni.
di Lorenzo Clementi |
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Aveva attirato la mia attenzione l'estate scorsa, quando la vidi per la prima volta salendo in bici al Passo San Jorio. Mi riferisco alla valle che dal tornante a quota 1251 m (Alpe della Valletta), in fondo alla Valle Morobbia, si sviluppa in direzione sud. Si tratta di una valle ad U, molto estetica, circondata da ripidi pendii e da alcune cime che raggiungono i duemila metri.
Vista la stagione e considerate le temperature torride di questi giorni, decisamente più estive che primaverili, la sveglia suona presto. Salire alla Cima della Valletta oggi è un po' un azzardo: ci sarà neve a sufficienza? Alle 6 in punto parto con gli sci in spalla da Carena e in 45 minuti raggiungo l'Alpe della Valletta. Sono fortunato: la parte bassa della valle è completamente in ombra e piena di neve, in parte trasportata dalle grosse valanghe che si sono depositate sul fondovalle.
Calzo gli sci e mi incammino verso sud; la salita è piacevole e alle 8 mi trovo a quota 1800 m, dove mi fermo a studiare la situazione. I pendii della Cresta di Fregere hanno già ricevuto almeno un'ora di sole e non mi fido a salire da quella parte, dove passa l'itinerario normale. Scelgo invece di percorrere l'ampio canalone che culmina alla quota 2087 m, poco ad est della cima principale e ancora ombreggiato. Proseguo fin dove riesco con gli sci ai piedi, quando la pendenza si fa più marcata li metto sul sacco e salgo il più rapidamente possibile lungo il solco della valanga.
Alle 8:30 sono fuori dal canalone, sotto il solleone. In fretta e furia salgo alla cima principale ma non mi fermo nemmeno un secondo, torno sui miei passi e all'imbocco del canalone tolgo un'altra volta gli sci. Scendo un paio di metri a piedi e sotto la cornice di neve trovo un posto adatto per calzarli nuovamente: bene, non l'avevo notato durante la salita. In un attimo sono in fondo al canale e sono decisamente più tranquillo, riprendo fiato e bevo un sorso d'acqua.
Con queste temperature non c'è comunque da attardarsi molto, ragion per cui riparto subito e scendo con ampie curve, quasi mi trovassi in un enorme half pipe naturale. La parte inferiore della valle è ancora in ombra e la neve resiste, ma credo che per questa stagione sia stata questa l'ultima uscita con gli sci nelle prealpi.