Pizzo d'Era, 2617 m
Le condizioni sono favorevoli, partendo sufficientemente presto si risale comodamente lungo il Rì di Ganna Rossa su neve rigelata. Lo strato superficiale si scioglie rapidamente con il soleggiamento, creando ottime condizioni per la discesa.
di Lorenzo Clementi |
Commenti |
Immagini |
Tempo di lettura: 1 - 2 min
Ore 05:30, suona la sveglia. Apro gli occhi e a fatica metto a fuoco ciò che mi sta attorno. Qualcosa non quadra, perché mia moglie è seduta invece che essere sdraiata a dormire? Guardo meglio, sulle sue gambe è stesa Sophie che, come d'abitudine, verso quest'ora è piuttosto affamata. Il tempo di un ruttino e di un cambio pannolino e sono in strada, in direzione della Valle di Blenio.
Sci sul sacco, alle sette e mezzo mi lascio alle spalle il posteggio di Pian Segno e mi incammino sul sentierio per Brönich.
La breve ma molto estetica e affilata cresta che porta al Pizzo dei Toroi.
Superate alcune stalle giungo al tornante a quota 1754 m, qui c'è sufficiente neve per calzare gli sci. Mi inoltro nella stretta valletta scavata dal Rì di Ganna Rossa per giungere poco dopo sull'ampio versante sotto la parete nord del Pizzo Campello. L'innevamento è perfetto e salgo velocemente su neve rigelata fino alla conca a 2480 m, evitando i depositi della valanghe di neve bagnata del giorno precedente.
Gli ultimi 200 metri di salita richiedono cautela, il vento forte ha creato degli accumuli di neve soffiata che vanno evitati accuratamente. Anche la vetta è spazzata dal vento e non invita a fermarsi, ridiscendo dunque a Brönich dove mi concedo una bella pausa al sole, prima di riprendere la strada verso l'ufficio, dove nel primo pomeriggio mi aspettano per una riunione.