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#sport

Il solito giro

«Je plains les gens qui tournent autour des mêmes montagnes, même s'il est rassurant, agréable de retrouver un sommet, son sommet.» Sfogliando il magnifico libro Les plus beaux raids à skis di Mario Colonel e Jean-René Minelli, quando leggo queste parole mi sento chiamato in causa. In effetti, i giri che faccio sono più o meno sempre quelli: lungo il Lago-Maggiore in bicicletta, il giro della Diga della Verzasca a corsa e il Pizzo dell'Uomo al Lucomagno, con gli sci. Non che mi dispiaccia fare esperienze nuove, come quando sono lontano da casa e esploro i paraggi a corsa. Credo che entrambi gli approcci non siano in concorrenza.

Luino - Cannobio

Uno dei giri in bici che mi piace ripetere è da casa a Luino, poi in battello fino a Cannobio da dove rientro alla base. Nella foto, il lago mosso una domenica mattina di novembre, con vento da nord.

Nei pressi di casa propria suppongo sia normale avere dei giri preferiti, che si tende a ripetere. Nel mio caso, ci sono alcuni percorsi che scelgo in base a tre parametri: la lunghezza, il tempo necessario e lo sforzo fisico. A dipendenza di quale fattore voglio ottimizzare, scelgo una o l'altra opzione. In passato consideravo queste uscite, tendenzialmente brevi, unicamente come un allenamento per attività più ambiziose. Il tempo a disposizione per le attività fuori dall'ordinario si riduceva però sempre di più, portandomi alla frustrazione: tanto allenamento per nulla. Ho deciso di cambiare attitudine verso queste uscite di prossimità: ora attribuisco loro un valore intrinseco in quanto momenti di qualità che mi permettono di stare nella natura facendo movimento, cosa che mi fa star bene. Questo nuovo approccio mi ha portato a ritrovare il piacere anche nelle uscite ordinarie.

Credo che la complementarietà sia qui: su un terreno sconosciuto si è attenti, assorbiti completamente dal paesaggio e dall'attività in corso, si fa tesoro di ciò che sta attorno. Nei pressi di casa, su sentieri conosciuti, si va a memoria e la mente tende a divagare. Queste uscite, magari brevi e incastonate in una giornata piena, mi permettono di fare ordine tra i pensieri. Ripetere spesso un determinato percorso consente poi di osservare il passare delle stagioni, le variazione nei colori, nella temperatura, così come i mutamenti della propria forma fisica e delle proprie sensazioni: sempre lo stesso tragitto, ogni volta un po' diverso. E la notte offre uno spettacolo tutto suo: proprio qualche giorno fa sono stato alla Diga della Verzasca con la Luna piena, un bella alternativa per il solito giro a corsa.

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Lago Maggiore da Gordemo. Diga di Verzasca. Vista sul Gambarogno, una notte con vento da nord. Centrale illuminata. Mergoscia, il lago e il Pizzo Vogorno. Con la bici sul battello tra Luino e Cannobio. Vista sulle solite montagne. Pizzo dell'Uomo. Lago di Santa Maria al Lucomagno. Verso il Pizzo dell'Uomo.

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