Domenica sera ai Monti di Lego
Contra - Monti di Lego: una salita breve e ripida, per concludere un tranquillo week-end autunnale.
di Lorenzo Clementi |
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Nel 2008 ho affittato il mio primo appartamento a Tenero-Contra, un due locali e mezzo al secondo piano di una vecchia casa, che in inverno scaldavo con una stufa a pellet. Quella stufa mi piaceva moltissimo e credo che ancora oggi potrei smontarla e ripulirla a occhi chiusi, sebbene abbia traslocato oltre dieci anni fa. Appena arrivato a Tenero ho iniziato a esplorarne i dintorni, cosa che mi piace fare anche quando sono in viaggio o in vacanza. Uno dei primi luoghi che ho voluto visitare sono stati i Monti di Lego, ero molto incuriosito dal nome. Chissà, forse pensavo di trovare un monte composto da cascine fatte di mattoncini di plastica... l'etimologia del nome mi sfugge ancora oggi, il luogo mi ha invece affascinato e amo ritornarci.
Dal prato di fronte alla chiesetta di solito si apre un magnifico panorama sul Lago Maggiore: non oggi, una foschia densa riduce notevolmente la visibilità.
È stato il caso domenica sera quando, dopo un week-end tranquillo, cerco la motivazione per uscire a fare un po' di movimento. Di fare il solito giro della diga, no, non ho proprio voglia. Di norma, non amo prendere la macchina: se esco per per una breve corsa, preferisco partire direttamente da casa. Questa volta decido di emendare questo principio e di salire a Contra in automobile. Posteggio davanti alla chiesa e parto a corsa lungo il sentiero che sale ripido passando accanto agli acquedotti Falò e Cà Bianca, recentemente rinnovati e ampliati. Si superano poi diversi monti e cascine, di tanto in tanto incrocio un turista confederato sulla via del ritorno, è ormai sera.
Betulla in veste autunnale.
A Lego arrivo con il fiatone e il battito al massimo, la salita è breve, poco più di 2 km, ma impegnativa con oltre 500 m di dislivello. Indosso una maglia lunga e mi accomodo sulla panchina accanto alla croce per riprendere fiato. Le montagne circostanti hanno i colori dell'autunno e le cascine coi muri in pietra, viste da lontano, sembrano quasi costruite con i famosi mattoncini di plastica. È ora di scendere, prima che faccia buio: me la prendo comoda, stando attento a non scivolare sulle foglie secche e fermandomi per raccogliere un po' di castagne da fare al fuoco una volta a casa.