Torrone di Nav, 2832 m
Salita per la via normale al Torrone di Nav: in questa stagione, il contrasto tra versanti ancora innevati e pendii verdeggianti è particolarmente affascinante.
di Lorenzo Clementi |
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Il nome Torrone di Nav o anzi, Torrone di Nava, così lo chiamava mia nonna, potrebbe derivare dalla forma di questa montagna, «simile ad un vascello di una volta», come scrive il Brenna nella sua guida. A me ricorda più che altro una vela gonfiata dal vento, ma siamo sempre in ambito nautico. A parte le divagazioni sul nome, resta il fatto che questa cima ha una forma caratteristica e slanciata, che la rende riconoscibile da lontano e da molte angolazioni differenti.
Dalla diga di Compietto, risalgo in compagnia di Zaira e Valerio i pendii erbosi dell'Alpe di Starlarescio fino alla bocchetta tra il Pizzo Stanga e il Torrone di Nav, a circa 2400 metri. Solamente nei canaloni più profondi si trova ancora un po' di neve. Dopo una breve pausa, ci inerpichiamo sul versante ovest della montagna, lungo il quale sale la via normale per la cima.
Il percorso è piuttosto evidente e gli ometti di sasso facilitano la scelta dell'itinerario, che non è difficile ma a tratti un po' esposto e in alcuni passaggi richiede l'uso delle mani.
Giunti sulla vetta, prima ancora che il panorama mozzafiato, ad attirare la nostra attenzione è un piccolo cuoricino dipinto su una pietra, poco lontano dalla minuscola croce di vetta. Sollevato lo sguardo, ammiriamo le montagne circostanti, ancora ricche di contrasti con versanti innevati alternati a rocce e pendii verdeggianti.
Il cielo si copre rapidamente e così decidiamo di non attardarci troppo, iniziamo la discesa che dalla cima di questo veliero ci riporta sulla terra ferma.
Stepan [lunedì 11 giugno 2018, 16:38]
Grandiiii!!! Belle anche le foto :-)
Questa cima piacerebbe anche a me ... ;-)
sza
clem [lunedì 11 giugno 2018, 17:54]
Grande Steven! Grazie del commento! La prossima volta che andiamo te lo diciamo!!