Val Camadra

Avevano ragione i miei colleghi, naturalmente. Fatto sta che la sera prima, verificando la meteo sull'app, non avevo ritenuto la frase "lungo le Alpi più nuvoloso e con tendenza a vento da nord". Parto dunque da Daigra con gli sci sul sacco che sono appena passate le 6:30, convinto che le nuvole scure verso la Greina sarebbero sparite di lì a poco, con il primo sole.

Diverse grandi valanghe bloccano completamente l'accesso alla Val Camadra, che è percorribile solo a piedi. Sopra i duemila metri, inoltre, è pieno inverno, non tanto per le temperature, quanto piuttosto per la neve, che è ancora abbondante (circa un metro al Pian Geirett) e molti animali selvatici si abbassano per trovare un po' di cibo dove questa si è già sciolta. Osservo molti cervi, quasi tutte femmine, camosci, un gran numero di marmotte piuttosto magre e uno stambecco.

A 1745 m, all'altezza dell'alpe Camadra di Fuori, calzo gli sci e salgo su neve bagnata fino al Pian Geirett. Le nuvole non si sono affatto dissolte, anzi, il vento si è fatto più sostenuto e cade una leggera pioggerellina.

Ridimensiono mentalmente il mio obiettivo: non andrò fino al Piano della Greina, completamente in nuvola, ma mi accontenterò di raggiungere la Capanna Scaletta. Superate alcune enormi valanghe, con blocchi di neve e ghiaccio grandi quanto una persona, seguo il sentiero estivo in direzione della capanna. Giunto sull'ultimo pendio ripido, prima del ponticello sul Brenno dove il sentiero si biforca, faccio marcia indietro. La neve è tanta e molle per la pioggia, preferisco non cercare grane, oltretutto sono da solo e ho appena assistito ad una grossa valanga di neve e sassi che si è staccata sull'altro lato della valle.

Ancora per un po' di tempo non sarà possibile raggiungere a piedi la Capanna Scaletta sebbene, con le temperature di questi giorni, lo scioglimento della neve proceda velocemente.