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#skimo

Misura della neve sul ghiacciaio del Basodino

Andare o non andare, questo è il dilemma della domenica sera. Le condizioni meteo per il lunedì non sono ottimali ma d'altro canto, le misure del ghiacciaio vanno fatte in periodi precisi, alla fine dell'inverno e all'inizio dell'anno idrologico (ovvero circa a maggio e a settembre), non si può temporeggiare troppo.

E dunque, si va. Sotto la guida esperta di Giovanni Kappenberger, ci sono anche Luca Silvanti e Pietro Bomio, oltre al sottoscritto. Partiamo da San Carlo in Val Bavona con la cabina delle 7, che ci porta fino alla centrale OFIMA di Robiei, a 1891 m. Da qui, sci ai piedi e sacchi carichi di materiale, saliamo dapprima in direzione di Randinascia per poi svoltare decisamente verso sud, fino a raggiungere l'estremità sud-est del ghiacciaio, a circa 2500 m.

Basodino

Vista dal ghiacciaio del Basodino in direzione est: l'atmosfera è instabile e i cumuli crescono rapidamente, oggi non c'è tempo per la cima!

Il mattino la base delle nubi è bassa e infatti, tra i 2400 e i 2700 metri siamo completamente immersi nella nebbia. Per fortuna, come da previsione, dopo le 10 la situazione migliora e vi sono generose schiarite.

Sondaggi e scavo

Sul ghiacciaio effettuiamo due tipi di misure. In 12 punti fissi di cui conosciamo le coordinate, procediamo con un sondaggio allo scopo di misurare l'altezza della neve caduta durante l'inverno. In un unico punto, all'incirca al centro del ghiacciaio, oltre al sondaggio si scava una fossa grazie alla quale si possono effettuare diverse osservazioni. È possibile identificare gli strati di neve (legati agli eventi meteorologici dei mesi scorsi), valutarne la densità, misurare la temperatura, eccetera. Gli strati di neve più scura, ad esempio, sono tipicamente dovuti al trasporto di sabbia del Sahara, che cade al suolo assieme alla precipitazione.

Quest'anno sul ghiacciaio abbiamo misurato un'altezza media di circa 4.6 metri di neve, leggermente superiore alla media pluriennale. Malgrado ciò, a fare la differenza per il ghiacciaio, saranno soprattutto le temperature e le condizioni meteorologiche in estate.

Intanto i cumuli che crescono attorno a noi si fanno vieppiù scuri e minacciosi. Annotiamo tutte le misure e le osservazioni effettuate, mentre Giovanni raccoglie dei campioni di neve che saranno inviati ad analizzare. Poi, rapidamente, riponiamo tutto il materiale e scendiamo il più velocemente possibile a Robiei, oggi non c'è tempo per salire sulla cima. Le nubi della notte hanno impedito il rigelo della neve, che è bagnata e pesante. Raggiungiamo la centrale OFIMA proprio nel momento in cui iniziano a cadere le prime gocce di pioggia; appena in tempo, siamo stati fortunati.

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Arrivo a Robiei in teleferica. Salita verso Randinascia. Nella nebbia. Primo punto di misura. Ecco le schiarite. Basodino e Pizzo di Cavergno. Altro sondaggio. Ruscellamento di superficie. Un buco di oltre 4 metri. Strumenti per la misura della densità della neve. Cilindro di neve compatta (vecchia di circa 5 mesi). A Robiei, sotto le prime gocce di pioggia.

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